domenica 31 gennaio 2016

Musica: come influenza la nostra mente e perché?




Di Valentina Balestri

Che vita sarebbe senza musica? 
Sono d'accordo con Nietzsche: la vita, senza musica, sarebbe un errore. 
La musica è parte di noi: ascoltare una bella canzone ci fa compagnia, ci dà carica, ci consola e non è un caso che quest’arte sia così tanto amata ed elogiata.

Se ci fosse il modo di darle un ulteriore valore? 
Se la musica potesse consigliare alla mente cosa pensare? 
La bioingegneria ha deciso di andare in fondo alla questione.









La ricerca parte dall’Italia e, per ora, ha portato alla creazione di unalgoritmo in grado di convincere il cervello a provare determinate emozioni.


La musica influenza il nostro stato d’animo
Pensiamo al ritmo: mentre ascoltiamo una canzone, ci capita di iniziare a battere il piede con una certa cadenza, seguendo quella della musica. Se il ritmo della melodia cambia, cambierà anche quello del nostro piede e, è stato dimostrato, cambierà anche quello delle nostre connessioni mentali. 
Grazie a una serie di sperimentazioni, si è avvalorata la possibilità di sintonizzare il cervello a determinate frequenze cerebrali: alcuni brani musicali possono concretizzare specifici stati d’animo, come la calma e laserenità, condizioni che permettono al nostro cervello di lavorare al massimo delle sue potenzialità.

Numerosi operatori sanitari, manager dalle giornate multitasking, sportivi e studenti alle prese con gli esami, hanno sottoposto alla loro attenzione questa alternativa naturale, per ritrovare l’efficienza mentale.
La solidità del progetto è stata verificata più volte in campo neurologico: ad esempio, tramite magnetoencefalografia, ovvero una raffinatissima tecnica di imaging biomedico funzionale, si sono riscontrati risultati al di sopra di ogni aspettativa. 

Perché il nostro cervello lavora meglio quando siamo calmi?
La parola ai ricercatori 
"Immaginiamo di avere un metronomo (anche se in realtà sono molti) nel lato destro e uno nel lato sinistro del cervello, che non sempre vanno a tempo. Quando vanno “più a tempo” si dice che il parametro, chiamato coerenza inter-emisferica, aumenta.
Un alto livello di coerenza tra emisferi corrisponde a stati di calma e benessere (come accade, ad esempio, durante una seduta di meditazione) e cosa fondamentale, a un’efficienza neurale più elevata. 

Il lavoro è lungo e difficile, lo scopo è fornire un ascolto piacevole e allo stesso tempo coinvolgente, non si possono semplicemente produrre brani musicali seguendo il metodo consueto: non si può, cioè, comporre una normale canzone e inserirci qualcosa “che rilassi”. Si parte sempre dalcampo biomedico, che deve trovare nei brani musicali le condizioni necessarie perché tutto funzioni.


La musica varca un altro confine: oltre ad accompagnarci nelle nostre giornate, farci tornare il sorriso o strapparci una lacrima di malinconia, può rilassarci e calmare ansia e stress, ma soprattutto può renderci più brillanti e intelligenti.



Mi piace pensare alla musica come a una scienza delle emozioni.

George Gershwin

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